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UNA NUOVA SCUOLA PER CALDAROLA

Erano le 7:40 di una domenica qualunque. Avevo aperto gli occhi da qualche minuto, ma non avevo voglia di alzarmi, così avevo deciso di rimanere ancora un po' a letto. Sentivo mia madre di là, già sveglia, che si dedicava alle sue abituali faccende mattutine...Poi un boato, il rumore dei vetri che tintinnavano forte,  il letto che tremava e via di corsa sotto il tavolo del salotto. Ricordo ancora le mani di mia madre che stringevano forte le mie. Tenevo gli occhi chiusi e aspettavo che passasse ma, anche se cercavo di rassicurare mamma, quella scossa mi è sembrata interminabile. Il pavimento si scuoteva sotto le mie ginocchia, le tazzine nella credenza cozzavano l'una con l'altra, il lampadario dondolava veloce, quasi fosse un altalena. Poi finalmente il silenzio. E allora giù per le scale, ho fatto cinque rampe volando. Per fortuna il mio cane mi ha strappato un sorriso: non si era accorto di niente e sonnecchiava tranquillo. Poi di nuovo il panico: non riuscivo a contattare il mio ragazzo, che abita a Caldarola, un paese molto più vicino all'epicentro rispetto al mio. Le linee telefoniche erano interrotte. Quando finalmente siamo riusciti a sentirci mi sono rasserenata perché lui stava bene, ma ho anche appreso che gran parte del paese aveva subito danni consistenti.

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La mia mente si rifiutava di pensarci. Quella Caldarola, diventata ormai anche un po' mia, ferita nel suo cuore per sempre. Non riuscivo proprio ad immaginarmi il centro storico distrutto, il castello danneggiato, le vie dove amavo passeggiare impraticabili e piene di macerie. Doveva essere un incubo da cui presto mi sarei svegliata, volevo che tutto fosse rimasto perfetto com'era. Avevo una gran voglia di passeggiare sotto il castello, mano nella mano con il mio ragazzo. Tutte le coppie hanno un posto: chi una panchina, chi un parco, chi una spiaggia...Il sentiero che corre attorno al Castello Pallotta era il nostro. Non ci andavamo spesso, è vero, ma per noi era un posto speciale.

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Quando sono tornata a Caldarola, qualche tempo dopo, è stato un colpo al cuore. Vi assicuro che le immagini che vengono trasmesse in tv non rendono per niente l'idea. Ogni casa ferita, con crepe che la tagliano da parte a parte o con il tetto completamente sfondato, è stato un pugno nello stomaco. La torre del castello danneggiata mi toglieva il respiro, così come la scuola elementare seriamente compromessa. Il paesaggio che mi si presentava davanti, sanguinante e sfregiato, non doveva essere così diverso dal cuore delle persone che, in pochi istanti, avevano perso tutto. Per fortuna, però, nessuno aveva perso la vita e, tanto meno, la voglia di vivere. Dal giorno dopo il sisma gli abitanti di Caldarola, supportati e confortati da tantissimi volontari giunti da tutta Italia, si sono rimboccati le maniche e non si sono mai persi d'animo. Il sindaco si è impegnato ed ha cominciato fin da subito a trovare le prime soluzioni per una situazione così drammatica.

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Sono sicura che, un giorno non molto lontano, Caldarola sarà più bella di prima. Il castello tornerà a respirare, libero da tutti quei paramenti che lo soffocano ma attualmente necessari per sostenerlo. E fra quelle vie ci passeggerò insieme a mio marito e a quelli che saranno i miei figli. Racconterò loro del 30 ottobre 2016, di un paese che è caduto ma non si è dato per

Con grandissimo orgoglio vi dico che Caldarola si sta rialzando: le cicatrici sono ancora evidenti, il dolore ancora presente, ma le ferite hanno smesso di sanguinare. A distanza di poco più di due anni dal violento sisma, il 2 febbraio è stata inaugurata la nuova scuola. Una scuola più bella e più sicura, rifatta da zero, pronta ad accogliere e rallegrare tutti i bambini che hanno passato un periodo così difficile.

La nuova struttura, realizzata in appena un anno dall'inizio dei lavori, presenta una struttura in acciaio con caratteristiche antisismiche, materiali di tamponamento e copertura utili a garantire il comfort termico. Sono stati installati pannelli fotovoltaici per migliorare l’efficienza energetica e l’edificio comprende anche un auditorium, una biblioteca, un laboratorio di grafica e un’aula informatica.

E' un segno forte per la popolazione che non si è mai arresa, ma anzi ha reagito con orgoglio.

Tante persone vivono ancora nelle SAE, ma vedere i loro bambini più sereni sarà sicuramente una spinta forte per andare avanti.

Recentemente sono tornata anche nel mio posto preferito. Il Castello è stato messo in sicurezza, ci sono impalcature e tiranti. Insomma l'atmosfera non è la stessa, ma è pur sempre un posto magico per me.

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vinto. E' la vita: purtroppo spesso viviamo situazioni drammatiche che mai ci saremmo aspettati, ma non dobbiamo mai dimenticarci di tutte le altre cose belle che abbiamo la fortuna di avere. A proposito di questo, vi lascio con la foto di una Caldarola innevata, con addosso tutte le sue cicatrici ma ugualmente bellissima.

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