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SARDEGNA

ALLA SCOPERTA DELLA COSTA SETTENTRIONALE

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​Per tante persone la vacanza estiva è un momento di riposo e, allora, sono soliti trascorrere le giornate in un resort, passare le ore stravaccati su un lettino a prendere il sole, con tutti i comfort possibili a completa disposizione. Per me non è così: per me viaggiare significa esplorare e scoprire posti nuovi, partire in un modo e tornare cambiati, cresciuti. Per questo aspettatevi un resoconto pieno di avventure e dinamicità, giornate piene, a volte anche un po' faticose, ma bellissime.

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Io e il mio ragazzo ci siamo imbarcati il 31 agosto a Civitavecchia. Abbiamo preferito la tratta notturna in modo da poter sfruttare tutta la settimana a pieno.

Non era la prima volta in nave ma era la prima volta che avremmo imbarcato con noi anche la macchina. Niente di complicato, solo due accortezze: ricordate di portare biglietti e carta d'identità di tutti e fate il check-in per l'automobile. Quando arriverete al porto

(almeno due ore prima della partenza), gli operatori portuali vi diranno dove posteggiare la vostra macchina. Si formeranno diverse file di auto e quando sarà l'ora dell'imbarco dovrete seguire le direttive del personale. Non vi aspetta nulla di difficile: l'interno della nave e come un normale parcheggio e non dovrete fare nessuna retromarcia impossibile nè alcuna manovra scomoda. Ricordate di prendere tutto ciò di cui avete bisogno in nave, tenete bene in mente il numero del garage ed il colore della scala. Ora potete raggiungere la vostra cabina o, come noi, le vostre poltrone.

Alle 23:15 circa, con qualche minuto di ritardo, il traghetto della Tirrenia è finalmente partito alla volta di Olbia.

1 tappa: PALAU

Dopo una nottata di dormiveglia, alle 6:20 circa siamo sbarcati. Ragazzi, non esagero, ad Olbia era in corso il diluvio universale. Nonostante la strada allagata e la poca visibilità, abbiamo raggiunto Palau. Sperando che il tempo smettesse di fare i capricci, abbiamo fatto una piccola sosta alla pasticceria "Le Dolcezze Napoletane" per la colazione. Circondati da paste giganti, bignè, bomboloni e babà, il morale è decisamente migliorato.

Anche se la pioggia continuava a scendere copiosamente, l'idea di rassegnarci non ci è mai balenata in testa e, muniti di ombrella, k-way e maschera subacquea (ahahahah), ci siamo avventurati alla scoperta di qualche spiaggia.

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Sotto gli occhi increduli dei passanti, abbiamo visitato le spiagge di Porto Faro, La Sciumara e Le Saline. Il mare è poesia sempre, anche con la pioggia. E' un'esperienza che va vissuta: avete mai visto il bellissimo effetto che le gocce d'acqua creano sulla sabbia e sulle onde? E' emozionante, ti fa sentire a stretto contatto con la natura!

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Finalmente, nel pomeriggio, il sole ha smesso di nascondersi dietro le nuvole. Così abbiamo potuto visitare la Roccia dell'Orso. Dovete sapere che in Sardegna accade spesso che le rocce vengano modellate dal tempo e dagli agenti atmosferici fino ad assumere tratti di essere viventi oppure altre forme della natura. In questo caso, la roccia sembra un gigantesco orso. Tramite un breve percorso tra rocce e scalini, è possibile raggiungere la roccia. Ad un certo punto, vi troverete sotto la sua pancia e, superando la zampa sinistra, avrete la possibilità di vedere la sua testa. La roccia in questione è molto grande, per questo è impossibile avere una visione completa dell'orso. Inoltre, da lassù il panorama è spettacolare.

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COSTA PARADISO : il nostro villaggio

Come punto d'appoggio abbiamo scelto il villaggio Costa Paradiso, un complesso di appartamenti e di villette con tutti i servizi a portata di mano, che si trova a pochi km da Isola Rossa, tra Castelsardo e Santa Teresa di Gallura, nella Sardegna settentrionale. Il nostro appartamento era un bilocale situato nel complesso residenziale Belvedere, la zona più panoramica del villaggio. Avevamo a nostra completa disposizione una piscina da poter utilizzare a qualsiasi ora del giorno e della notte, ma soprattutto ogni sera avevamo il privilegio di cenare in veranda e di godere dei tramonti spettacolari che solo la Sardegna sa offrire. Il villaggio propone ai vacanzieri la possibilità di effettuare diverse attività durante il soggiorno: giocare a tennis, seguire corsi di fitness, godere dei servizi di animazione per grandi e piccini. Oltre a questo, ci sono supermercati, negozi di souvenir, ristoranti, gelaterie e tanto altro ancora.

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2 tappa: ASINARA

Se amate stare a contatto con la natura e volete vivere un'esperienza unica, dovete assolutamente effettuare un'escursione all'Asinara.

Noi ci siamo imbarcati a Porto Torres, dopo aver noleggiato una mountain bike con pedalata assistita in Piazza Cristoforo Colombo presso l'edicola di Emanuele. Vi aspetta una traversata di circa un'ora e un quarto, dopo di chè raggiungerete Cala Reale e da lì è inizierete la vostra avventura.

Dovete Sapere che l'Asinara è un'isola incontaminata, in cui la natura fa da padrone. Se siete alla ricerca di comodità, se vi piace avere un bar a portata di mano e tutti i comfort a completa disposizione, l'Asinara non fa per voi. Ma se vi piace stare a contatto con la natura e gli animali, se non vi spaventa pedalare e adorate perdervi nel silenzio, scoprirete il vostro paradiso.

Potete scegliere fra diversi itinerari, noi abbiamo scelto di andare verso Cala d'Oliva per poi raggiungere Punta Sabina, una caletta di sabbia fine incastonata fra le rocce. Potete anche scegliere di recarvi verso sud, direzione Fornelli, per visitare i resti del carcere di massima sicurezza.

Ma veniamo a noi. Qualsiasi percorso sceglierete capirete immediatamente il perché del nome dell'isola. Infatti, vi capiterà di incontrare molti asinelli lungo il cammino e, se vorrete, avrete l'occasione di fare qualche foto con loro. Dovete sapere che l'isola è popolata da asini "speciali" che si trovano solo lì: sono completamente bianchi. Noi abbiamo avuto l'occasione di vedere un cucciolo albino di pochi mesi.

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Non è possibile fare il bagno ovunque, infatti ci sono diverse aree protette, ma dove è permesso il mare è fantastico. L'acqua è limpida, di un azzurro spettacolare e, sotto la superficie, vi aspettano pesci di diversi colori e dimensioni.

Da Cala d'Oliva, percorrendo un lungo e stretto sentiero fra le rocce, è possibile raggiungere Punta Sabina. Non scorgerete immediatamente la caletta, ma voi continuate a camminare, godendovi la vista meravigliosa che vi circonda.

Cala Sabina è una spiaggia di piccole dimensioni, ma è una tappa obbligatoria se vi trovate all'Asinara. La sabbia è chiara e fine, l'acqua calma, cristallina, e ad attendervi ci sono pesci di ogni tipo.

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Quando abbiamo organizzato il viaggio, sapevo che questa giornata sarebbe potuta essere un completo disastro oppure una figata clamorosa. Temevo che ci saremmo stancati tanto, che avremmo visto troppo poco. Invece, devo dire, che ho fatto benissimo ad insistere per andare. E' un posto unico, incontaminato, dove non c'è un vero e proprio centro abitato. Ti senti libero, teletrasportato indietro nel tempo a quando la tecnologia non c'era, ti senti primitivo. E allora ti viene voglia di esplorare, di scoprire, di assaporate tutto quello che ti circonda. Cerchi di goderti a fondo ogni sfumatura del mare, di imprimerti nella mente e nel cuore il verde intenso della vegetazione, di stabilire un contatto profondo con la fauna e la flora.

Alcuni turisti hanno preferito la gita in trenino o sulla Jeep, ma a mio parere l'Asinara deve essere visitata in bici, solo così riesci a coglierne tutta la magia. Ho sentito una persona dire che i Sardi non stanno sfruttando bene l'isola, che dovrebbero abbattere i resti del carcere per costruirci alberghi, villaggi turistici e ristoranti. Non sono d'accordo perché diventerebbe una meta turistica come tutte le altre e perderebbe quell'essenza che la rende così eccezionale.

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3 tappa: LI COSSI, LA MARINEDDA E CASTELSARDO

Terzo giorno in Sardegna, giornata un po' più rilassante dopo l'estenuante pedalata all'Asinara.

La mattina siamo rimasti nel villaggio e abbiamo raggiunto la spiaggia Li Cossi. Vi si arriva attraverso un comodo sentiero fatto di scalini. La caletta non è molto grande ed è circondata da un'alta scogliera. Consiglio di visitare questa spiaggia la mattina presto, perché intorno alle 11:00 inizia a riempirsi di gente.

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Se non siete fifoni come me, arrampicandovi sulle rocce, avete la possibilità di raggiungere cala Li Tinnari. Io mi sono fermata a metà percorso perché c'era un pezzo di scalata a strapiombo sul mare e non me la sono sentita.

E' possibile raggiungere Li Tinnari anche noleggiando un gommone.

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Il pomeriggio abbiamo scelto di visitare una delle spiagge di Isola Rossa, poco distante dal nostro villaggio.

Ed è così che siamo approdati senza saperlo sulla spiaggia più frequentata dai surfisti: La Marinedda.

Qui la sabbia è più granellosa ma non per questo è fastidiosa, anzi è meno appiccicosa. Come tutte le spiagge di Isola Rossa, La Marinedda presenta rocce dal colore rossiccio e rosaceo.

La riva era piena di spugne di mare di diversa dimensione. Ma la cosa più spettacolare sapete qual'era? Sicuramente le onde. Io e il mio ragazzo siamo stati per ore seduti sulla riva incantati a guarda i surfisti cavalcare onde gigantesche. Abbiamo riso tantissimo quando quelle ondone sono riuscite a raggiungere pure noi che ci eravamo tenuti a debita distanza.

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La sera, per concludere la giornata nel migliore dei modi, abbiamo fatto una passeggiata a Castelsardo. Per prima cosa abbiamo fatto tappa alla Roccia dell'Elefante, poco distante dal centro, poi ci siamo avventurati fra i vari vicoletti gustandoci un gelato buonissimo.

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4 tappa: SANTA TERESA DI GALLURA

L'indomani abbiamo dedicato una giornata intera alla visita di Santa Teresa di Gallura. In particolare, abbiamo trascorso la mattinata alla Spiaggia Rena Bianca. Si trova vicinissima al centro storico e l'acqua è di un azzurro favoloso. Quella mattina il mare era agitato e ci siamo divertiti a giocare, lasciandoci trasportare e sommergere dalle onde. Seguendo un sentiero fra le rocce, è possibile salire sopra la spiaggia e godere di un panorama mozzafiato. Infatti, una volta raggiunta la cima, si intravede la costa della Corsica.

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Verso l'ora di pranzo, ci siamo spostati a Capo Testa. E' una spiaggia piccola e tranquilla, in cui il mare è sempre calmo. L'assenza di onde permette di immergersi sott'acqua e di godere della compagnia di tantissimi pesciolini. Insieme ad alcuni bagnanti abbiamo dato loro delle briciole di pane, i pesciolini si sono avvicinati e si sono cimentati persino in piccoli salti acrobatici.

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Nel pomeriggio abbiamo raggiunto La Valle della Luna. Questa oasi in cui il tempo sembra essersi fermato occupa ora un posto speciale nel mio cuore. E' un luogo surreale fatto di formazioni rocciose, calette e grotte. Lo si raggiunge attraversando un sentiero, scendendo e salendo sulle pietre. Gustatevi il cammino, osservate le rocce e usate la vostra immaginazione per assegnare loro delle forme. Vi imbatterete nella roccia granitica più alta, quella che raggiunge i 128 metri sul livello del mare ed è conosciuta come Il Teschio.

La valle della Luna è stretta e incastonata tra due costoni di roccia dove nascono meravigliose calette. Le più suggestive sono Cala dell'Indiano e Cala Grande.

Dovete sapere che quest'area fu abitata fin dagli anni '60 da comunità hippy che scelsero di stabilirsi in un luogo isolato immerso in una natura dalla bellezza primordiale e lontano dalla frenesia quotidiana. Ancora oggi alcune persone scelgono di abitare lì in cerca di pace e serenità. Vivono modestamente, camminano sulle rocce scalzi, si scaldano accendendo il fuoco. Ho incontrato un giovane con i capelli rasta mentre si arrampicava sulle rocce per raggiungere il mare e lavare le pentole. Indossava solamente uno straccio intorno alla vita. Ho acquistato da due ragazze che vivono stabilmente lì un amuleto portafortuna fatto con l'ossidiana, tipica pietra sarda. Alcune di queste persone hanno portato con loro i propri cani, che girano tranquilli per La Valle. Ho visto due di loro dare il benvenuto al cane di un visitatore ed accompagnarlo a fare il bagno. Tutti e tre sguazzavano nell'acqua e il cane che era di passaggio ululava per la felicità.

E' stata un'esperienza unica. Credo che se un giorno mi dovessi stancare della realtà che vivo, perdessi tutto e volessi allontanarmi da tutti, se mi trovassi in un momento di profonda difficoltà e non sapessi cosa fare, non mi dispiacerebbe tornare lì e viverci, almeno per un po'.

Sono stata in quella valle poche ore, eppure ho assaporato un'atmosfera unica. Ho riscoperto il mio istinto primordiale, mi sono sentita un tutt'uno con la natura che mi circondava, mi sentivo in qualche modo a casa. Sono convinta che vivere lì con il poco che si ha, ti porta a riscoprire le cose che sono realmente importanti nella vita.

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5 tappa: LA MADDALENA E CAPRERA

Nel nostro itinerario non poteva mancare un'escursione all'arcipelago di La Maddalena. Siamo così tornati a Palau e ci siamo imbarcati portando anche la nostra auto, in modo da poter visitare sia l'isola principale che Caprera.

Come prima tappa abbiamo deciso di recarci a Cala Coticcio, la spiaggia più rinomata di Caprera. Era una delle mete che più avevo sognato durante l'organizzazione della vacanza, ma surprise: il percorso a piedi era stato chiuso all'inizio di agosto in quanto diventato troppo pericoloso. Il parcheggio era pieno di macchine e questo dimostrava che le persone scendevano ugualmente in spiaggia, nonostante l'ordinanza. Dopo averci pensato un po' e dopo esserci confrontati con altri turisti ed un signore del posto, abbiamo deciso di tornare indietro sui nostri passi ed evitare una multa salata.

Un po' rammaricati abbiamo scelto un'altra spiaggia: Cala Serena. Se volete evitare di camminare, scendendo e salendo fra le rocce, vicino all'inizio del percorso sulla sinistra c'è Cala Garibaldi. Ma se decidete per il tragitto meno semplice, quando arriverete alla caletta ne sarà valsa la pena.

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Successivamente abbiamo fatto un salto anche alla Spiaggia dei Due Mari. E' stata una delusione, l'acqua non era limpidissima come nelle altre spiagge e, soprattutto, una volta tornati all'auto abbiamo trovato un'altra brutta sorpresa: una multa. Se visitate Caprera fate molta attenzione ai divieti e non parcheggiate mai con le ruote che restano sulla carreggiata.

Fortunatamente il pranzo ci ha risollevato il morale: abbiamo optato per la paninoteca I Mille, straconsigliata su TripAdvisor. Ero molto scettica ed invece mi sono dovuta ricredere! E' una paninoteca all'aperto, i panini sono strabuoni, le patatine altrettanto e, una volta finito di mangiare, avete la possibilità di fare un riposino su delle comodissime amache.

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Dopo esserci rifocillati siamo ripartiti direzione La Maddalena, dove abbiamo visitato altre due spiagge: Testa del Polpo e Bassa Trinità.

Per raggiungere la spiaggia della Testa del Polpo vi consiglio di lasciare la macchina all'inizio e di proseguire a piedi, in quanto la strada è un po' dissestata. Perché si chiama così questo lido? Per l'enorme roccia a forma di testa di polpo che la caratterizza e la rende pericolare. Acqua cristallina, ma bagnasciuga molto affollato.

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Prima di tornare a Palau, abbiamo fatto un salto alla spiaggia di Bassa Trinità, molto più spaziosa rispetto all'ultima visitata. E' possibile raggiungere il mare attraverso un breve percorso sulla sabbia. Il mare era mosso ma, nonostante questo, non abbiamo rinunciato a fare un tuffetto.

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6 tappa: STINTINO E ALGHERO

Sveglia presto, direzione La Pelosa.

Riguardo questa meta ho diversi consigli da darvi. Numero uno: parcheggiate al campo sportivo e evitate di spendere un botto per il parcheggio. Numero due: acquista delle stuoie, in quanto in spiaggia è obbligatorio il loro utilizzo. Potete comprarle anche direttamente lì, ma spenderete molto di più.

Dovete sapere che è un lido particolare: delle guardie girano per assicurarsi che tutte le norme vengano rispettate. Ah dimenticavo, prima di andare via dovete sciacquarvi i piedi utilizzando le apposite fontanelle.

A mio parere, tutte queste accortezze sono esagerate. Per carità, la spiaggia è bella ma non ha niente in più rispetto alle altre calette sarde. La sabbia è fine e chiara, ma molto simile a quella che potete trovare a Civitanova Marche. Ah, altra scocciatura: se dovete andare al bagno è anche quello a pagamento.

Ad ogni modo, il caso ha voluto che quel giorno fosse nuvoloso e freddo, quindi abbiamo anche dovuto rinunciare al proposito di fare il bagno. Probabilmente, anche per questo motivo, oltre alle aspettative troppo alte, non abbiamo apprezzato a pieno La Pelosa.

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Dopo qualche ora, abbiamo deciso di abbandonare la spiaggia e di visitare il centro di Stintino. E' un piccolo paesello ma molto carino e caratteristico. Abbiamo approfittato del brutto tempo per fare acquisti e prenderci un bel gelato.

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Il sole ogni tanto faceva capolino da dietro le nuvole. Testardamente, abbiamo deciso di visitare altre due spiagge. Le Bombarde e I Mugoni. Ma il maltempo ha continuato ad accompagnarci per tutta la giornata e, con esso, anche un vento abbastanza fastidioso.

Per questo abbiamo abbandonato l'idea di stare in spiaggia e abbiamo creato sul momento un piano b. Cercando su internet, abbiamo scoperto che poteva essere interessante fare una visita al Parco Naturale Regionale di Porto Conte. Ci siamo quindi recati al punto informazioni turistiche dedicato al parco e abbiamo deciso di dedicare il tempo restante del pomeriggio per esplorare Punta Giglio. Vi aspetta una camminata piacevole immersi nel verde e nei profumi della macchia mediterranea. Ogni tanto si intravede il mare tra gli alberi fino ad arrivare alla vista mozzafiato della punta. Relax, aria pura e silenzio rendono quest'esperienza unica.

I percorsi per raggiungere la punta sono in realtà due, evitate di scegliere quello che scende verso il mare altrimenti vi aspetta una salita impegnativa con il terreno scosceso e pieno di sassi.

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Infine, per concludere al meglio la giornata, abbiamo trascorso la serata ad Alghero. Devo dire che è una città squisita: offre ai visitatori sia la possibilità di effettuare una passeggiata romantica lungomare, magari durante il tramonto, sia l'occasione di lasciarsi andare ad uno shopping sfrenato per i vicoletti del centro storico. Anche qui la camminata regala molti scorci sul mare. Alghero mi ha ricordato molto Gallipoli e Salerno insieme. E' l'unico luogo, fra quelli che ho visto, che vale la pena visitare la sera perché c'è gente, ci sono ristoranti dove cenare, bar dove prendere un aperitivo o un gelato, insomma c'è vita.

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7 tappa: LI FERULI, MONTI RUSSU, VIGNOLA MARE

Ultimo giorno nel villaggio, ti svegli piena di entusiasmo per vivere a pieno gli ultimi momenti della vacanza ed invece....Piove. Avevamo pianificato una giornata tranquilla nei dintorni. Ci siamo alzati ed abbiamo fatto colazione con calma, sperando che il tempo migliorasse. Anche se le nuvole si ostinavano ad occupare il cielo nascondendo tutto il blu, la pioggia si era fermata. Così ci siamo messi in macchina e siamo usciti.

Dopo aver fatto un giro in auto, abbiamo raggiunto Li Feruli. Il cielo era grigio, c'era il vento ed il mare era mosso, ma avevamo tutta la spiaggia per noi. Ho raccolto un bastone da per terra e ho fatto una scritta. Era l'occasione giusta per fare gli stupidi e giocare come due bambini, lontano da tutti. Le nostre risate hanno soffiato via le nuvole ed il sole è uscito attirato dalla nostra allegria. Ed ecco il risultato della mattinata.

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Dopo esserci gustati un bel pranzetto sul terrazzo vista mare del nostro appartamento, abbiamo raggiunto un'altra spiaggia, quella di Monti Russu. Nonostante avessimo letto online che fosse riparata dallo Scirocco, tirava un forte vento ed il mare era agitato. Prendere il sole era quasi impossibile perché praticamente mangiavi sabbia. Però guardate che spettacolo. Avete mai visto della sabbia rosa?

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Non sopportando più il vento, ci siamo spostati a Vignola Mare, precisamente alla Spiaggia della Torre. E' una spiaggia comoda, vicino ci sono dei bar dove è possibile fare un aperitivo o prendersi un gelato. Ci siamo seduti sulla spiaggia e ci siamo goduti la vista. Intanto, i windsurfisti cavalcavano le onde del mare regalandoci un'atmosfera unica.

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Dopodiché, ci siamo precipitati a "casa" per goderci l'ultimo tramonto. E' la cosa che mi manca di più della Sardegna, cenare con una vista così è qualcosa di unico, ti fa sentire vivo. Ti incanti e ti perdi nelle sfumature arancioni del cielo, mentre il sole si trasforma in una palla di fuoco e ti dà l'arrivederci promettendoti silenziosamente che all'indomani sarà di nuovo lì nel cielo a darti il buongiorno.

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8 tappa, last day: COSTA SMERALDA E PORTO CERVO

Vai in Sardegna e non fai tappa nella Costa Smeralda? Insomma, dai, non potevamo perdercela. Così, abbiamo salutato Costa Paradiso e siamo partiti alla volta della spiaggia di Capriccioli.

Era l'ultimo giorno in Sardegna e doveva essere folle, quindi ci siamo persino rassegnati a pagare 7,50€ per il parcheggio. La spiaggia era affollatissima, ma sembrava di stare in paradiso. Non tirava un filo d'aria, il mare era piatto e  cristallino. Nonostante l'acqua fosse gelata, era troppo uno spettacolo per non fare il bagno. Ci siamo, invece, tenuti lontani dal chiosco per i prezzi: un pezzo di pizza costava la bellezza di 5 €.

Mi immaginavo un ambiente simile a quello riminese, pieno di giovani anche un po' sballati. Niente di tutto questo, c'erano famiglie, persone anziane e coppiette come noi.

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Ultima tappa prima dell'imbarco: Porto Cervo. E' un villaggio simile a quello dove abbiamo pernottato noi, solo che è pieno di negozi lussuosi, come Gucci, Prada, Louis Vuitton e così via. Tranquilla mamma, ci siamo accontentati di un gelato, per il resto abbiamo solo guardato. Scendendo si arriva a un porticciolo dove potete ammirare yacht giganteschi.

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Con un po' di tristezza, ma con tante nuove esperienze nel cuore, ci siamo diretti vero Olbia. Vacanza finita, per ora, ma la mente sogna già il prossimo viaggio. Arrivederci Sardegna.

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