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FIRSTMAN

«Abbiamo scelto di andare sulla Luna e di fare altre cose, non perché sono facili, ma perché sono difficili».                                                                                                                                                            John Fitzgerald Kennedy

First man racconta la storia di Neil Armstrong, il primo uomo ad essere andato sulla luna, e di tutte le difficoltà che ha dovuto affrontare prima di compiere quest’impresa. La storia ci viene raccontata attraverso le sensazioni e le emozioni del protagonista. Neil, dopo aver perso la figlia più piccola per colpa di un tumore, trova nella missione un nuovo inizio. Uomini, scienziati, piloti, padri, mariti, mettono a rischio la propria vita su astronavi che non sembrano poi così tanto sicure. Il governo americano, infatti, vuole vincere la sfida contro i sovietici. Kennedy sottolinea il bisogno umano di spostare il limite un po’ più in là, di ampliare le proprie conoscenze. L’unica che sembra rendersi conto che il prezzo da pagare è troppo grande è Janet, la moglie di Neil.

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Quel buio là fuori, quello spazio vuoto, quel nero impenetrabile, che Neil si trova ogni volta a dover affrontare, non è molto diverso da quell’altro che si porta dentro. Neil, infatti, non affronta il proprio dolore, non riesce quasi mai a parlare della morte di sua figlia, né si lascia sopraffare dalla sofferenza quando vede morire i suoi compagni d’avventura. Anche prima di partite per la missione è chiuso in se stesso ed è proprio la moglie a convincerlo a dire addio ai propri figli e ad ammettere che forse non tornerà. Solo sul finale, una volta tornato sulla Terra, quando ritrova Janet, Neil sembra aver ritrovato un po’ di pace, come se sulla Luna avesse finalmente fatto i conti con il proprio dolore.

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I momenti in cui si sale sulle navicelle spaziali trasmettono una tensione e un’ansia incredibili. Il movimento della telecamera e la regia traballante ci fanno percepire il pericolo di quelle macchine sperimentali e la difficoltà nel saperle controllare. I primi piani di Neil ci fanno arrivare tutte le sue emozioni. La paura viene incrementata anche dai rumori forti e dall’affannoso respiro di Neil. Anche gli stetti abitacoli delle navicelle, il senso di chiuso, ci comunicano inquietudine. Il connubio tra tensione / paura e persistenza / curiosità sono le emozioni che vengono provate da Neil ma anche dallo spettatore del film.

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Le interpretazioni sono autentiche ed eccellenti. In modo particolare Ryan Gosling (Neil) e Claire Foy (Janet) sono riusciti a rendere molto bene il loro rapporto di coppia, benchè le scene in cui i due sono insieme siano relativamente poche.

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Degne di nota sono anche le scene che ritraggono Neil insieme a sua figlia. Sono caratterizzate da colori caldi, da poche parole e grande tenerezza. Sono immagini forti e delicate nello stesso tempo, che trasmettono contemporaneamente amore e dolore. La scena della mano di Neil che accarezza la testa della bimba e le sposta i capelli dal viso, riproposta più volte nel corso del film, rimane dentro lo spettatore fino alla fine.

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