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ESCAPE  ROOM

Se mi chiedessero di definire Escape Room con una frase direi che è la brutta copia di Saw e di Final Destination. Probabilmente il trailer aveva generato in me aspettative molto alte: mi immaginavo una figata pazzesca, una suspance talmente tirata da togliere il respiro, scene di sangue schizzato ovunque. In Escape Room non c'è niente di tutto ciò.

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Sei persone, completamente diverse da loro sia per carattere che per classe sociale, vengono invitate a partecipare ad un gioco. Tutti accettano di partecipare perché in un palio c’è un ricco premio in denaro che attende il più valido di loro. Ignari di ciò che li aspetta, vengono trascinati in un incubo nel quale saranno costretti a collaborare e usare l’ingegno per trovare gli indizi per fuggire e salvare la propria vita.

I sei giocatori devono affrontare diverse escape rooms. Hanno un periodo di tempo limitato per risolvere il gioco, trovare la chiave e passare alla stanza successiva. Riusciranno a sopravvivere tutti?

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Sicuramente una bellissima idea, che però non viene sfruttata al massimo dal regista Adam Robitel, probabilmente anche anche a causa del budget limitato a disposizione.

Da apprezzare senza dubbio sono le ambientazioni molto curate: la prima stanza si trasforma in un forno rovente, la seconda è un lago ghiacciato, la terza un bar con il juke-box in cui tutto è rovesciato, la quinta un ospedale e l'ultima un salotto antico con tanto di camino e vecchi libri.

Ognuno di questi ambienti è stato ideato dal creatore di gioco per spingere i concorrenti ad affrontare traumi passati e paure mai superate. Infatti, una caratteristica accomuna i sei ragazzi: ognuno di loro è l'unico superstite di tragedie avvenute.

Le prove da superare permettono al regista di aprire dei flashback riguardanti la vita dei personaggi. Però questi salti nel passato sono troppo rapidi e brevi e non ci permettono di conoscere affondo i protagonisti, cosa che invece avrebbe dato maggiore profondità al film. Abbiamo un'idea vaga riguardo la loro identità, ma non riusciamo ad entrare in empatia con loro: lo spettatore è portato così a considerare i ragazzi come personaggi di un videogioco, non si dispiace per la loro morte né fa il tifo per loro. Complici anche le ambientazioni surreali e morti troppo "pulite" in cui non viene versata nemmeno una goccia di sangue, è come se le persone non morissero realmente, come se la partita potesse essere riavviata e rigiocata.

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A deludere è anche il finale. Per tutto il film il pubblico si aspetta una spiegazione, la motivazione di chi ha ideato questo macabro gioco. Ci viene semplicemente spiegato che è una sorta di esperimento per capire chi è il più fortunato fra i fortunati per poi scoprire che il gioco non è ancora finito.

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Grandi amanti dell'horror ed estimatori di Saw l'enigmista, Escape Room non è un film per voi! A tratti davvero troppo noioso e lento, è un film che aveva un potenziale gigantesco che non è stato sfruttato. Escape Room paga la completa mancanza di un'evoluzione narrativa. VOTO 5,5.

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